Film reviews

Ipotesi di scomparizione

7 Nov , 2019 Fashion,Film reviews

Ipotesi di scomparizione

È possibile scomparire dopo aver prestato il proprio corpo alla Visibilità? È possibile fuggire dal mondo dell’Immagine attraverso le immagini? Nel suo film d’esordio un giovane regista – Beniamino Barrese – lo chiede direttamente a sua madre – Benedetta Barzini, prima top model italiana negli anni sessanta, musa di Andy Warhol, Salvador Dalì, Irving Penn e Richard Avedon, ravveduta femminista negli anni settanta, poi e ancora oggi a 75 anni giornalista e antropologa della moda. Lui la rincorre con la macchina fotografica e con la videocamera da quand’era bambino; non sa perché, ma ora che sua madre ha deciso di scomparire è arrivato il momento di utilizzare quelle immagini per scavare in profondità nello stato di una relazione che per natura è indissolubile, ma per natura destinata a sciogliersi. A cavallo tra documentario e finzione, tra found footage e messa in scena, tra biografia familiare e fantasia, La scomparsa di

Lo sguardo palindromo

12 Feb , 2019 Film reviews

Lo sguardo palindromo

Dopo il film sul teatrodanza di Pina Bausch (Pina, 2011), uno dei pochi in cui il 3D non è ridotto a puro orpello spettacolare, e l’elegante tributo al toccante lavoro del fotografo Sebastião Salgado (Il sale della terra, 2014), con Papa Francesco: un uomo di parola Wim Wenders compone un documentario giustapponendo tre diversi tracce della realtà. Alle immagini artificiali del Santo di Assisi e ai materiali d’archivio delle uscite pubbliche del pontefice si intersecano gli stralci di quattro interviste realizzate dal regista lungo l’arco di due anni con l’ausilio dell’Interrotron, una tecnologia inventata da Errol Morris che consente di realizzare un’intervista mantenendo la forza e il magnetismo del contatto visivo tra due persone a poca distanza, e così di trasmetterli allo spettatore. E quando l’intervistato è Papa Francesco… Ne parlo in questo articolo su Fata Morgana Web »…

Blow-app

9 Mar , 2012 Film reviews

Blow-app

Sul numero 174 di Segnocinema è pubblicata una mia recensione di Millennium – Uomini che odiano le donne (David Fincher, 2011), in cui sostengo che uno degli aspetti di quest’ultimo prodotto del franchise Stieg Larsson che meglio è riuscito nel passaggio dalla carta allo schermo è qualcosa di specificamente visivo. Si tratta del modo in cui vengono trattate le fotografie degli eventi del passato su cui Mikael Blomkvist e Lisbeth Salander indagano. Le uniche tracce oggettive dei fatti dell’epoca sono istanti prelevati direttamente dalla realtà che eppure, per loro stessa natura, sono inevitabilmente soggettivi in quanto legati a un punto di vista preciso e dunque parziale, una prospettiva che necessariamente esclude tutte le altre possibili. Ed è solo attraverso la ricostruzione delle traiettorie degli sguardi e il completamento delle prospettive che una nuova interpretazione del passato può essere restituita e una verità non immediatamente presente può essere rivelata. Allo …

Le quattro volte

2 Mar , 2012 Film reviews

Le quattro volte

Martedì 6 marzo presenterò il film Le quattro volte (Michelangelo Frammartino, 2010) per il ciclo Cinema e Filosofia organizzato dall’Associazione Orizzonti Filosifici di Riazzino, in Svizzera. In noi [ci sono] quattro vite successive, incastrate l’una dentro l’altra. L’uomo è un minerale, perché ha in sé lo scheletro, formato da sali e da sostanze minerali; attorno a questo scheletro è ricamato un corpo di carne, formato di acqua, di fermenti e di altri sali. L’uomo è anche un vegetale, perché come le piante si nutre, respira, ha un sistema circolatorio, ha il sangue come linfa, si riproduce. È anche un animale, in quanto dotato di motilità e di conoscenza del mondo esterno, datagli dai cinque sensi e completata dall’immaginazione e dalla memoria. Infine è un essere razionale, in quanto possiede volontà e ragione. Abbiamo dunque in noi quattro vite distinte e dobbiamo quindi conoscerci quattro volte. È questa frase attribuita a …

C’era una volta l’Est

3 Mar , 2011 Film reviews

C’era una volta l’Est

Sul n. 168 di Segnocinema mi sono occupato di due temi geograficamente opposti: il West americano, attraverso la recensione de Il Grinta, il nuovo film dei fratelli Coen, e l’Est italiano, con un breve articolo sul problema della frontiera orientale italiana nel secondo dopoguerra e i film che lo mettono a tema, nello speciale su “Italia come italiani. L’idea di nazione e nazionalità nel cinema italiano”.

Ecco le prime righe della recensione de Il Grinta: «True Grit è un nuovo capitolo della riflessione dei Coen sul tema della punizione, del castigo che viene, una volta o l’altra, in una forma o in un’altra, per l’empio e persino, in scherno alla giustizia terrena, per l’uomo giusto e timorato di Dio. “Si deve pagare per tutto in questo mondo in un modo o nell’altro – dice Mattie venticinque anni dopo la grande avventura che l’aveva portata a vendicare …